anni d'apprendistato - BONACCORSO EDITORE

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ANNI D'APPRENDISTATO  di Nicola Nicolis


La definizione di canzoniere bene si adatta a questa raccolta di versi che Nicola Nicolis raduna sotto il titolo di Anni di apprendistato. Del canzoniere essa palesa i tratti più costitutivi, direi quasi istituzionali: il tema d'amore, assolutamente pervasivo e declinato nelle forme e nei toni più vari ("amore polisemica parola/gioca i suoi dadi su quello che scrivo"); la prevalenza assoluta della cifra autobiografica, altrimenti sottolineata dall'apprendistato del titolo; la rilevanza di un io in persistente dialogo con se stesso, e non ultima la struttura diaristica ripartita nella dozzina di rubriche che lo compongono, secondo un ordine progressivamente cronologico che si arresta al 1982.
prefazione di Mario Allegrio
pp. 232 - 13,00 euro
ISBN 978-88-7440-202-1


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€ 13.00
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Nicola Nicolis è nato a San Martino Buon Albergo alle ore 8.20 a.m. del 18 aprile 1949.
Quando aveva quattro anni, la famiglia decise di trasferirsi a Verona e lui dovette, obtorto collo, seguirla; da allora sta lì e non si è praticamente più mosso.
Ha compiuto studi classici, giungendo a un pelo dal laurearsi in filosofia.
Non ha fatto il militare in quanto abbastanza orbo da convincere la patria a fare a meno di lui. È un reduce (non pentito, ma solo molto dispiaciuto) del '68 e di quel che ne è seguito.
Nel '73, superando inopinatamente un regolare concorso, è stato assunto da una banca, da cui per tanti anni ha ricevuto di che vivere.
Disordinatamente legge di tutto, dai classici alla fantascienza.
Da quando ha scoperto il personal computer, ha disimparato a scrivere a mano; in compenso ha imparato un sacco di solitari.
Scrive poesie e disegna fin dalla seconda media, quando fu rimandato in disegno e una malaccorta insegnante di italiano pensò bene di fargli comporre i primi versi.
Gli piace far canzoni e bere vino, ama la buona cucina, porta barba e capelli lunghi perché non sopporta i barbieri ed è troppo pigro per radersi ogni mattina.
È convinto che le religioni organizzate siano la peggior disgrazia capitata in sorte all'umanità.
Non possiede televisione né telefonino né automobile.
Parla correntemente l'italiano e il dialetto veronese.

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