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Collana POESIA CONTEMPORANEA - 2024

ISBN 978-88-7440-348-6

Versione italiana e saggio critico a cura di Geo Vasile

Estratto

Lucian Blaga

Lumina raiului
La luce dell'empireo



Oh, voglio ballare, come mai ho ballato!
Affinché Dio non si senta
dentro me
uno schiavo nel carcere incatenato.
Tu Terra, dammi ali
voglio essere un dardo, per trafiggere
lo spazio sconfinato,
per non vedere accanto che il cielo,
sopra di me il cielo,
e cielo sotto...
ballare
folgorato da inauditi slanci
affinché Dio liberamente dentro me respiri
e non borbotti:
"Son uno schiavo nel carcere!"


pp. 222 - 18,00 euro

"...Sin dall'esordio con Poemi della luce (1919) Lucian Blaga fu considerato un poeta già compiuto nella sua originalità [...] Sorprendente sarà il compenetrarsi tra le idee filosofiche e i registri lirici attraverso metafore rivelatrici. Il dono di palpare l'universo e di rivelare i suoi arcani splendori con incalzanti interrogativi, altrettante immagini sensibili, memorabili per il loro ritmo quasi liturgico o la loro drammatica aritmia, fa di Lucian Blaga il più grande poeta metafisico dopo Mihai Eminescu. [...] L'idea di evoluzione, di progresso tecnologico e ragione pragmatica sono nel pensiero del poeta le premesse per mettere allo sbaraglio la vita di ognuno di noi, di ogni roseau pensant...".

Geo Vasile

ISBN 978-88-7440-342-4

Prefazione di Daniela Cattani Rusich

Estratto

Serena Vestene

Inginocchiata a picco sul cielo


Mi piace pensare che tu già mi cantasti
nell'alone di luna che sbocciava nel buio
nelle biglie di luce che sbocciavano il buio
che nell'effluvio di impulsi di un Tempo del Sogno
tu già mi cantasti, come tra i contrasti
dei deserti australiani si creava il Mondo.
E che la pagliuzza dorata sul fondo
asciutto delle mie iridi verdi, di un sorriso la ruga,
quei miei tre piccoli nei sulla tela di un polso
li abbia fatti esistere una voce.
E pensarlo, e rubarlo al segreto
ancestrale degli astri, alla lingua saettante
nelle bocche del lampo
all'immediata lentezza di un Tempo
che chiamava le cose
negli incastri d'un sacro narrarle,
meticoloso farne
multiformi canestri impagliati d'arcano.
E che tu già mi cantasti mi piace
pensarne la voce, il tepore, la mano
in quei polpastrelli di suono
a formarmi i polpacci
e le vene d'inverno e l'abbraccio
dei castani capelli sul capo.


pp. 102 - 13,00 euro

Serena Vestene nasce e vive a Verona, è poeta, pittrice, autrice di testi per la canzone, organizzatrice di eventi e studia la cetra. E' membro dell'Ateneo di Venezia-Casa della Poesia Veneta ed è tra i soci fondatori del Museo della Poesia di Piacenza. Ha ricevuto vari e importanti riconoscimenti, tra cui un premio dall'Accademia Mondiale della Poesia di Verona. Dal 2022 inizia a proporsi a vari artisti come Web Content Editor e da alcuni anni collabora con la Rivista Culturale Indipendente Millecolline per contenuti specifici. Numerose sono le sue collaborazioni con poeti, musicisti ed artisti, e numerose sono le sue poesie che si trovano pubblicate su riviste e antologie a tema, così come sue liriche dedicate a Rubens, Leonardo, Boris Vian e altri personaggi importanti nel panorama artistico e letterario.

Pubblicazioni: Ad occhi spenti (Edizioni Photocity, 2013);
I volti della luce (Sotto il Mare Recording Studios - Freecom Srl, 2017), un cd audio con 16 poesie tratte dalla raccolta recitate su musica d'arpa;
Terra di Santi e di perduti in terra (Edizioni Boopen, 2019);
La ragazza con l'ombrello (Edizioni Boopen, 2019);
Come le bricole - prove di sopravvivenza per sorellanza con la poetessa Lorenza Auguadra (CTL Edizioni Libeccio, 2022);
VENUS IN VINIS (Creazioni MiRè, 2023)

www.serenavestene.it

"La poesia di Serena Vestene sa essere avvolgente come un abbraccio, ma anche tagliente come un rasoio. E' la poesia del sentire sincero, quella che ci rimanda la realtà interpretata ma non distorta, raffinata e al tempo stesso limpida. Una poesia moderna che ha echi classici e, soprattutto, il grande merito di far vivere all'unisono forma e contenuto, quasi a combaciarsi, come in una vera e propria sinfonia. In Inginocchiata a picco sul cielo, si sente prepotente il desiderio di ridare valore alla parola in un mondo - quello poetico, ma non solo - nel quale essa ha perso molto del suo significato...".

Daniela Cattani Rusich

ISBN 978-88-7440-340-0

Estratto

Giorgio Maria Bellini

Eros intenso e denso


quando le dita
sfiorano
quelle tue piccole rughe
che profumano di pulito
la scrittura s’innamora,
e se mi guardi
la tua luce attraversa
il sussulto incendiario
del mio cuore,
che diviene vulcano.

quando la notte si corica,
nelle ombreggiature del giorno
i miei sogni
si destano
fra le tue braccia accoglienti.



pp. 136 - 15,00 euro

Giorgio Maria Bellini nasce a Verona nel 1945. Dopo una quadriennale permanenza nella Svizzera di lingua tedesca con i genitori, in età scolare ritorna nella città natale conseguendo il diploma di media superiore nel 1966. A tredici anni inizia la propria esperienza poetica ispirata da letture di haiku, colpito dall'intensità espressiva della sintesi.
Nei primi anni Sessanta frequenta l'amico Flavio Ermini in una fitta collaborazione socioletteraria di esperienza "neo avanguardia".
Le prime apparizioni edite risalgono al 1972 su antologie e riviste culturali.
Nel 1974 sotto la denominazione Potere letterario n.4 pubblica due poemetti di carattere sperimentale composti con Ermini: Sulla traiettoria opposta rossa (Ed. Misuraca, Catania) OdN occhi da noia (Ed. Aquilone, Mantova) e incontra Alberto Cappi, critico letterario e poeta di Ostiglia, ricercatore di "voci" letterarie alternative e dissacranti.
In quegli anni fioriscono sul territorio nazionale riviste che propongono un rinnovamento del linguaggio in una nutrita serie di incontri e di edizioni.
Frequenta in città con Ermini un gruppo di giovani intellettuali, ospiti di Giorgio Battistoni scrittore, tra cui l'arch. Maurizio Casari scultore, Giuseppe Piccoli poeta, Arnaldo Ederle poeta e traduttore, Franco Casati scrittore, arch. Gianmaria Colognese artista. Collabora con le riviste: Carte Segrete (Roma), Geiger (Torino), Zeta (Udine), Lettera (Cambridge - riv. Universitaria), Anterem (Verona), Salvo Imprevisti (Firenze), Offerta Speciale (Torino), Antigruppo (Palermo), La Battana (Fiume), Techne (Firenze) Osiris (Massachusetts - USA riv. Universitaria), Thèâtre Du Silence (Bergamo) e Baobab n.3 (Reggio Emilia).
Nel 1976 con Franco Verdi, Silvano Martini, Flavio Ermini e altri fonda a Verona la rivista Aperti in squarci, alla quale aderirà successivamente un giovane Agostino Contò futuro dirigente della Biblioteca Civica di Verona.
Pubblica con Ermini l'opera sperimentale di poesia sonora La camera stomatografica (Ed. Misuraca, Catania 1976), una rielaborazione de La camera degli sposi di Arnaldo Ederle.
La ricerca poetica lo avvicina a elaborati di ordine visivo e sonoro con Guido Savio ed Ermini, partecipa a eventi ed esposizioni in molte città italiane ed estere.
Alla fine del 1976 e inizio 1977 con Ermini presenta la mostra "Coppia scoppia nube scoppia" presso la galleria Fra Giocondo in piazza dei Signori, su concessione della Provincia di Verona.
Nel 1977 edita unitamente a Renato Aldighieri e l'immancabile Ermini Altazimut Quanta, sperimentazione sulla variazione di letture orizzontali (Quaderni di Aperti in squarci).
Presente con la poesia-sonora "Introduzione" nell'antologia-saggio di Alberto Cappi Il testo e il viaggio (Ed. Aquilone MN), la medesima viene menzionata nel saggio del Professore Renato Barilli (Ed. Feltrinelli MI-1981). Appare con alcune poesie nella Cartella Chermisi (Ed. Anterem VR) presentata alla Società Letteraria di Verona (1984).
Menzionato con Flavio Ermini (volume III°/2 pag. 588) in Letteratura Italiana Contemporanea (Ed. Lucarini, Roma 1984).
Presidente della neo costituita Associazione culturale Anterem (1985), e dal 1986-1988 è stato Curatore della collezione Limen (Ed. Anterem).
Probabilmente saturo di ricerca, nel 1988 abbandona la rivista Anterem, - continuazione di Aperti in squarci - cofondata nel 1979 con Ermini e Martini. Appare (6 gennaio 1989) in un articolo di Ermini sul quotidiano L'Arena di Verona riguardante la sua visione poetica.
Dopo un lungo periodo di silenzio letterario nel 2001 inizia una nuova fase di scrittura e riannoda nuovi rapporti culturali. Con Laura Ferrin, Bianca Menichelli, Giorgio Chelidonio è cofondatore dell'associazione "Arcipelago" (2002), che progetta iniziative in ambito cittadino e non solo, di impegno e promozione civile.
Frequentando ogni lunedì "l'osteria di Sottoriva" (2002-2005) incontra vari poeti che liberamente leggono, a turno, le proprie poesie ed instaura un duraturo rapporto con i poeti Alverio Merlo e Roberto Nizzetto, e con loro nel 2006 da un'idea, ben condivisa, di Merlo, costituisce il "Simposio permanente dei poeti veronesi" presso la società "Al Calmiere" posta nella celebre piazza San Zeno frequentata a suo tempo dall'amato poeta Berto Barbarani.
Citato nel testo-saggio Il moto apparente del sole di Flavio Ermini (Ed. Moretti & Vitali - BG - 2006.)
Nel 2008 con Licia Massella, scultrice e poetessa, Antonio Seracini poeta ed editore, Alverio Merlo e Roberto Nizzetto, poeti, formula un progetto per valorizzare varie forme artistiche sul fulcro della poesia dando vita a "Frangenti Culturali", sodalizio attivo presso la Biblioteca Civica di Verona, con il patrocinio del Comune, nella prestigiosa sala Farinati.
Nel 2009 è cofondatore dell'associazione interculturale "Tam-bien", che intende promuovere i princìpi della carta dei diritti dell'uomo e i valori sanciti nella nostra Costituzione.
Compone per Antonio Seracini la copertina del suo libro di poesie Piccole (Bonaccorso Editore luglio-2009). Menzionato in un articolo del quotidiano L'Arena (febbr. 2010-VR).
Articolo sul mensile "La Lente" distribuito dal quotidiano la "Voce di Mantova" (febbr. 2010). Appare al Simposio permanente dei poeti veronesi su "Il Giornale di Giulietta" n°51 (aprile-giugno 2010). Partecipa al reading presso il bar Art Chocolate in occasione del Vinitaly assieme Michele Morando e altri (aprile 2010).
Partecipa al reading indetto dall'UAAR (aprile 2010).
Performance nel chiostro universitario con esposizione di poesie appese assieme agli amici di "Frangenti Culturali" (4 maggio 2010). Presentazione delle sue esperienze poetiche all'incontro di "Frangenti Culturali" in sala Farinati Biblioteca Civica - Vr (20 maggio 2010). Inizia la serie di incontri poetici "Di-Versi" al centro N. Tommasoli come conduttore per una collaborazione tra l'Auser e l'associazione interculturale Tambien della quale fa parte (novembre 2010), la scadenza è mensile e avviene di mercoledì.
Partecipa alla presentazione del progetto "Frangenti Culturali" presso la sala consiliare della 5° Circoscrizione, Borgo Roma (4 novembre e 2 dicembre) che proseguirà ogni terzo giovedì del mese (gennaio 2011). Tale progetto è il proseguimento di quello avvenuto presso la Biblioteca Civica di Verona, conclusosi nel dicembre 2010.
Nel 2011 fa parte del direttivo dell'associazione interculturale Tambien, partecipa come lettore di poesie presso la sede dell’Unione Italiana Ciechi nel contesto del ciclo "Gocce di memoria" (30 aprile) con i componenti di "Frangenti Culturali".
Espone in occasione di "Filippini Arte!" alcune poesie scritte come sempre a mano e autografe assieme ai componenti di "Frangenti Culturali".
Invitato presso la Biblioteca Civica di Cerro Veronese con Cinzia Inguanta e Mario Ettore Passero per un recital-intervista (luglio 2011). Partecipa (ottobre 2011) alle riunioni culturali denominate dei "Consapevoli" a Cerro Veronese, e sono presenti Mara Riboli, Raffaela Rosa, Franco Patria, Samuela Salvotti, Anna Alberta Cipriani, Cinzia Inguanta, Mario Ettore Passero e Roberto Nizzetto.
Promotore con Cinzia Inguanta e Andrea Alamanni del "Manifesto dei Disarmonici" (01 luglio) che propone un livello culturale e sociale aperto a innovazioni atte a formulare nuove esigenze attraverso azioni, scritti e multimedialità scevre da condizionamenti di carattere religioso, ideologico e di censo, affermando nell'espressione artistica i diritti umani non negoziabili e la denuncia di censure inaccettabili, quindi il diritto di espressione attraverso una provocazione costruttiva.
Partecipa con l'associazione Tambien in collaborazione con la libreria Bocù al progetto "Preparativi per la partenza", performance sulla memoria che parte dalla Resistenza degli ultimi anni di guerra ai giorni nostri, che viene ospitata mensilmente nella sala conferenze del Banco Popolare di Verona. Con Alessandro Assiri presso la succitata libreria tiene delle conversazioni preparatorie sulle succitate performances.
Nel 2014 pubblica con Bonaccorso Editore Omaggio ad Anna Alberta Cipriani in ricordo della compagna defunta. Nel 2016 pubblica con lo stesso editore Trasversal amandi con la prefazione di Grazia Brunelli. Nel 2020 Daniela Marani pubblica nei Taschinabili Bonaccorso Allodole ribelli che è un'intervista sulla sua poetica. Inizia una fitta collaborazione con l'artista e fotografo Gabriele Rodriquez con un progetto "Linguaggi a confronto" (2017) ed escono De Rationes Artis (2018) e Frame come in un film (2019) presentati in sala Farinati Biblioteca Civica.
E' Presente nel volume Jesus, progetto di Gabriele Rodriquez (2019) con interventi trasversali di vari autori.

NB. Le sigle delle raccolte depositate in Biblioteca Civica sono: ART, DCO, EID, FNE, IMP, LIE, NGO, PAC, TIS, VSO: l'insieme dei poemetti (una trentina).
Per sua decisione non ha mai aderito a concorsi o partecipato a giurie, ritenendo velleitario ogni giudizio su autori contemporanei o comunque non disponibile a possibili emarginazioni, per rispetto all'impegno assunto da chi approccia forme letterarie o artistiche.
Giorgio Maria Bellini ha distribuito cinquemila copie di proprie poesie (2002-2012) scritte a mano ad amici e a persone incontrate per caso sul proprio cammino.

ISBN 978-88-7440-339-4

Prefazione di Mario Allegri

Estratto

Nicola Nicolis

Di eterno non c'è niente



pp. 222 - 18,00 euro

Nicola Nicolis è venuto a mancare il 18 gennaio 2024, ore 10.20, presso l'Ospedale di Borgo Trento, in Verona. E' nato a San Martino Buon Albergo (Verona) alle ore 8.30 del 18 aprile 1949. Quando aveva quattro anni, la famiglia decise di trasferirsi a Verona e lui dovette, obtorto collo, seguirla; da allora è stato sempre in questa città e non si è praticamente più mosso. Ha compiuto studi classici, giungendo a un pelo dal laurearsi in filosofia. Non ha fatto il militare in quanto abbastanza orbo da convincere la patria a fare a meno di lui. E' un reduce (non pentito, ma solo molto dispiaciuto) del '68 e di quel che ne è seguito. Nel '73, superando inopinatamente un regolare concorso, è stato assunto da una banca, da cui per tanti anni ha ricevuto di che vivere. Disordinatamente leggeva di tutto, dai classici alla fantascienza. Da quando scoprì il personal computer, disimparò a scrivere a mano; in compenso apprese un sacco di solitari. Scriveva poesie e disegnava fin dalla seconda media, e quando fu rimandato in disegno una malaccorta insegnante di italiano pensò bene di fargli comporre i primi versi. Gli piaceva far canzoni e bere vino (ultimamente birra), amava la buona cucina, portava barba e capelli lunghi perché non sopportava i barbieri ed era troppo pigro per radersi ogni mattina. Era convinto che le religioni organizzate fossero la peggior disgrazia capitata in sorte all'umanità. Non possedeva televisione né telefonino né automobile. Parlava correttamente l'italiano e il dialetto veronese. Di eterno non c'è niente esce a pochi giorni dalla sua dipartita.
Bonaccorso Editore gli ha pubblicato i seguenti libri di poesia:
I ricordi dell’avvenire 2022
La vita è bivio 2020
Amori 2017
Anni di apprendistato 2014
Versi 2009

"Tra le definizioni, tutte diminutive, di sé che Nicola dissemina a piene mani in queste pagine persuade, e affascina, più di ogni altra quella del vecchio norcino,/ ad insaccare frasi, in una sorta di pesca a strascico nella sua memoria di strenuo lettore onnivoro:

I miei maîtres à penser li ho raccattati
qua e là senza nessun criterio vero.

Per buona parte autori di canzoni,
poeti, romanzieri, raramente
filosofi, scienziati qualcheduno.

Tutto quel che il disordine curioso
della mia mente mi spinge a indagare
con diletto infantile.

L'immagine del vecchio norcino ci fa avvertiti di quanto artigianato sottenda la scrittura di questa raccolta. Al di là dell'apparente immediatezza del dettato, si intuisce qui - come già altre volte abbiamo sottolineato - uno scaltro impiego delle tecniche di scrittura in versi e rime, cui si incastonano, in un contesto apparentemente di quotidianità disadorna, reperti lessicali rari, dotti o in disuso: agnelletti e ruzzante (Boccaccio), cantillare (Benedetto Menzini), rameggiare (Carducci), soleggiata (Gozzano), lamie, venustà, pula, repleta, un ette, apoftegmi, ecc.. Per converso, meno numerosi, stavolta, i componimenti o gli inserti dialettali. I rimandi alti o addirittura preziosi - diretti, più spesso invece obliqui e mascherati - si sprecano: musicali, com'è ovvio per chi da sempre di musica vive e scrive; filosofici (Seneca, quasi un compagno di viaggio...".

Mario Allegri

Si possono ordinare i volumi chiamando lo 045 597159 o scrivendo per posta elettronica a Bonaccorso Editore
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