sbalonade gialoblu - BONACCORSO EDITORE

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SBALONADE GIALOBLU  di Mauro Dal Fior


...i Vicentini dovevano giocarsi il tutto per tutto per non retrocedere e proprio con l'Hellas. Noi eravamo certamente più forti con Gianni Bui, capocannoniere dopo Gigi Riva. Quel giorno Bui segnò subito... mettendosi le mani nei capel-li (quei pochi che 'l gavéa!!!) perché si vede che a lui i "gatti" facevano pena. A noialtri, no i n'à mai fato pena però, ansi!!! Infatti finì 2 a 1 per loro. Il secondo gol lo segnò Gallina e lì fra gati, galine e volpi (il terzino si chiamava Volpato)... pa-réa proprio d'essar... nel puinar. Fatto sta che loro si salvarono e noi ricevemmo il premio dalla Protezione Animali per aver salvato... i "gatti".
Prima della partita però - come succedeva in ogni città - il colorato e scoppiettante (in tutti i sensi!) corteo gialloblù procedeva spavaldo, ma guardingo... "Ocio, butei, no se sa mai" ...verso lo stadio. Ad ogni casa al passaggio "qualcuno" suonava il campanello e al citofono il dialogo era sempre quello: "Siora, gala gati?... che noialtri ghemo i goti?" - "Co-me? Chi è?". E finiva con un coro esasperato: "Miaaaaoooo-oo!!!!!!!!!!!!!!!!!".



Alla fine, senza mai pretendere di voler scomodare i vertici della poesia più alta, questa raccolta di “sbalonàde” coglie l’importante obiettivo di lasciare una testimonianaza preziosa di quelli che – al di là delle trasgressioni che sole sembrano attrarre l’attenzione dei distratti “soloni” della stampa sportiva – rappresentano in realtà i più autentici segni distintivi dei “butèi” dalle sciarpe gialloblù: la fantasia creativa, l’ironia festosa, la capacità di fare spettacolo anche quando i giocatori ancora non si vedono in campo.
Essi rappresentano, a ben vedere, una puntuale conferma dell’antico adagio “Veronesi tuti mati”, non a caso poeticamente imparentato al “vento” shakespeariano che – proprio nelle opere ambientate a Verona! – fa “volar via da se stessi”… sino a spingere domenicalmente un poeta ermetico a trasformarsi nell’allegro cantore di una comunità festosa.
Alè alè, bum bum, viva viva, e forza Hellaaaaaaas.
prefazione di Roberto Puliero





MAURO DAL FIOR
pp. 125 - 10,00 EURO
Disponibilità immediata
€ 10.00
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Mauro Dal Fior, nasce a Verona nel 1955. Fin dagli anni ’70 inizia a scrivere poesie e riduzioni teatrali in italiano e in lingua veronese. Partecipa come attore ai gruppi teatrali La Barcaccia e Teatro Perché diretto da Giorgio Totola. Dagli anni ’90 la sua carriera di uomo di palcoscenico si indirizza soprattutto verso i reading di poesia e la poesia performativa (sonora-visivo-gestuale) tanto che per lui viene coniato l’appellativo di “poetattore”. Produce concerti di musica & poesia spaziando dalla Poesia Jazz alla Beat Generation, dal Futurismo al Dada, dalla Poesia Rock alla Musica Popolare Veronese. In questo campo presenta il recital sulla vita di Berto Barbarani “Vorìa cantar… Berto” con Giuliana Bergamaschi (canto) e Alfredo Nicoletti (chitarra/mandolino) ed è voce recitante nei gruppi Folkamazurka e Ensemble Righi. Traduce in lingua veronese vari canti della Divina Commedia e li porta in reading con il titolo “Leso Dante (ma con la S sonora”). Nel 1989 pubblica un libro di poesie fatte con i ritagli di giornale dal titolo appunto: Ritagli. Con l’editore Bonaccorso cura nel 2005 la raccolta “Na foja” di Giuseppe Manzini (noto esponente del Cenacolo di Poesia Veronese degli anni ’60/’70) e nel 2006 pubblica il suo libro “VERSINJAZZ”, poesie dedicate al jazz ed ai suoi protagonisti.

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