UNA VISITA AL MUSEO MAFFEIANO - di Alberto Centenari
“Spero di comporre un museo pubblico che non abbia l’uguale.” - Scipione Maffei, 1739
“Qui un uomo, accanto a sua moglie, si affaccia da una nicchia come fosse alla finestra. Là un padre e una madre in piedi, col figlio in mezzo a loro, si guardano l’un l’altro con naturalezza indicibile. Qui una coppia si porge le mani, mentre là un padre steso sul divano, sembra intrattenersi con la famiglia. La realtà immediata di queste pietre mi ha commosso all’estremo... parlano un linguaggio semplice naturale e universale... L’artista ha raffigurato con maggiore o minore abilità, la semplice verità degli uomini, prolungando così la loro esistenza e rendendola durevole... sono sempre quaggiù, quali erano e quali sono...” - Johan Wolfgang Goethe, 1786
Il Museo Lapidario Maffeiano veronese, come ben sottolinea l’autore del presente lavoro, nasce dalla straordinaria intuizione del marchese Scipione Maffei (1675-1755), pioniere dell’epigrafia moderna, di istituire nella sua città natale un Museo pubblico di antiche iscrizioni, uno dei più antichi Musei pubblici d’Europa. L’attività sistematica di raccolta di questi fondamentali documenti dell’Antico e la loro successiva esposizione museale promossa da Maffei sono il risultato della nobile funzione didattica da lui sempre attribuita ai materiali epigrafici, che considerava frammenti «parlanti» di storia e fonti primarie di conoscenza...
Linda Pozzani
pp. 171 - 20,00 euro
L’editore mi ha invitato a rifocalizzare il mio profilo biografico apparso su: Alberto Centenari, Mappe Stellari, Bonaccorso editore, Verona 2007 (a cui rimando).
Al Magistrato alle Acque di Venezia e Verona mi legano cari ricordi e vincoli di amicizia. Mi piace qui ricordare Francesco Cardia, Antonio Cassarino, Franco Cacciatori, Franco Proia, Alberto Faggiani, Marco Carozzi, Carla Viscusi, Daniela Venturi, Barbara Lonardi, Cetty Scaletta, Mariarosa Busola, Rita Fagone.
Per la presente pubblicazione un ringraziamento particolare va a mio fratello Paolo, a mio cugino Silvio Pozzani e al mio amico Nin Guarienti.
Sono inoltre grato a Francesco Ballardin, a Linda Pozzani e ad Antonio Seracini.